Ma gli iscritti al 5 Stelle sono di sinistra o di destra?

Oggi leggevo un po’ incuriosito i candidati alla carica di Presidente della Repubblica votati, naturalmente on line, dagli aderenti al Movimento 5 stelle.
Romano Prodi – area PD
Emma Bonino – Radicale – ex ministra nel governo Prodi, eletta nel 2008 al Senato nella lista del PD
Dario Fo – area sinistra radicale
Gino Strada – sinistra radicale
Ferdinando Imposimato – senatore e poi deputato della Sinistra Indipendente,
Stefano Rodotà – ex parlamentare eletto fra gli indipendenti del Partito Comunista, ex presidente del PdS
Giancarlo Caselli – magistrato schierato da sempre su posizioni di sinistra, eletto nel CSM su indicazione di Magistratura Democratica
Gustavo Zabgrebelsky – avversato dalla destra perché di posizioni decisamente di … sinistra
Milena Gabanelli – difficile incasellarla in un’rea politica precisa: certo, fra destra e sinistra … diciamo sinistra.e, per ultimo, naturalmente lui, Beppe Grillo.

Mi vengono spontanee alcune domande.
Ma le persone presentabili appartengono tutte all’area della di sinistra?
E gli iscritti al movimento 5 stelle sono tutti di sinistra?
E se è così perché non fanno un governo con PD e SEL mettendo finalmente e definitivamente fuori gioco Berlusconi e facendo quelle riforme strutturali che l’Italia aspetta?

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Anarchia, sogni e impegno politico

Avevo mandato ad alcuni amici, tra cui Giovanni, una email nella quale dicevo la mia su questo momento politico, sulla crisi di governo che non si risolve, sul Movimento 5 stelle che se ne sta sul suo aventino e non partecipa, non si sporca le mani.   Lui mi ha scritto queste righe di risposta:

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Luciano se partorisci uno scritto così mi costringi a risponderti.
Hai un analisi molto lucida e certi passaggi me li segno, tanto imparo.
Da anarchico libertario ti consiglio di disilluderti riguardo a chi chiede voti, sono davanti ai tuoi occhi e a quelli della magistratura gli atti dei votati. Di tutti indifferentemente.
Ma mi piace che chiedi futuro.
Piccole comunità fanno rivoluzione quando si può, conservazione dei saperi quando c’è rischio.  Non sono partiti, stati, ideologie, religioni, razze o massonerie.  Sono comunità, una coltiva la mungitura, l’altra l’algebra.
Ma per altruismo trasmettono i loro saperi, prima ai figli ma sanno che è furbo condividerla fino all’umanità intera.
Comunismo, comunardo o comunione vogliono tutte dire: bestia sopravvivi solo in comunità.
Primati siamo, da primati ci comportiamo.
Divido con te un idea nell’attesa di condividere i passi
Giovanni
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 E io così gli ho replicato

L’idea anarchica affascina tutti: pochi però si dichiarano anarchici.    Quanti lo sono?   Uno dei pochi che conosco, Enzo Jannacci, è morto ieri.
L’idea anarchica in realtà è in tutti noi ma è contrastata dal bisogno che pure tutti abbiamo di ordine, di simmetria, di binari da percorrere, di evitare la fatica di scegliere sempre, di non dover prendersi sempre responsabilità.   Quasi tutti si tengono dentro questa tendenza, sempre che ne abbiano coscienza, ma quasi nessuno la persegue come un sogno possibile, e neppure come un’utopia alla quale riferirsi.
E’ fallito quasi in partenza il progetto politico anarchico, la speranza di creare una società perfetta, o quantomeno equilibrata, basata sulla giustizia, condivisione di potere e proprietà, sul rispetto reciproco, sulla accettazione.
Puoi pensare di avere qualche successo in più abbassando le tue pretese, limitandoti alla tua vita, creandoti cerchi nei quali stare.   Forse ci puoi anche riuscire: ma comunque, alla fine, devi accontentarti.
Ma se non dimentichi che vivi in una società che è basata sulle relazioni, con chi la pensa come te e con chi ti piace ma anche con tutti gli altri, con i diversi e i prepotenti, con i centri di potere e con le persone indifese, con chi sogna e con chi tira ai propri affari, allora devi in qualche modo accettare la politica che poi è la scienza del possibile, di quello che si può riuscire a fare nello spazio limitato della nostra vita, o quantomeno per noi e per qualche generazione che verrà.
I miei sogni li coltivo anch’io e cerco di realizzare come posso la mia felicità.  Lo faccio sul piano individuale ma mi sento e sono un animale sociale.   Per questo mi guardo attorno e cerco di dire la mia, di testimoniare quello che sono e che penso negli ambienti in cui vivo, di utilizzare le opportunità che ho.   Non mi lascia indifferente quello che succede in Parlamento, perché è anche la mia vita, perché mi riguarda.
Se qualcuno chiede voti per fare delle cose io lo ascolto e valuto quello che dice.   E quando tocca a me io scelgo, con gli strumenti che ho e che voglio perseguire.   Potrei impegnarmi direttamente in politica: non me lo impedisce nessuno.   In passato qualcosa, poco, ho fatto.    Da molti anni non lo faccio, ma non per questo butto merda su chi fa una scelta diversa: al contrario.   Ci sono gli onesti e i disonesti, i buoni e i cattivi, i migliori e i peggiori.   Non sono tutti uguali, mai.   Non tutti rubano, non tutti fanno il proprio interesse, non tutti sono opportunisti e prepotenti.
Se pensassi così e se fossi conseguente allora dovrei o diventare un terrorista e cercare di ammazzarli tutti, o pensare che anch’io sono così come loro, che sono così anche i miei amici, le persone che stimo e apprezzo.   Non si può dire “sono tutti così tranne il sottoscritto”: troppo comodo.
E allora quando vedo che alla fine la spuntano sempre i prepotenti, quelli che insultano, che fanno la voce grossa, che fanno finta di essere agnelli quando sono lupi, allora mi incazzo, ancora di più se provengono da aree politiche che dovrebbero in teoria essere antagoniste, che dovrebbero rappresentare “il nuovo”, l’alternativa.     Quando vedo che si potrebbero fare tante cose, che basterebbe darsi un poco da fare e uscire dal proprio pollaio e rinunciare a volersi smarcare ad ogni costo, allora mi chiedo perché queste cose non si fanno.   Mi chiedo se sono io che ho capito tutto e che gli altri, quelli là a cui mi sono riferito, non capiscono nulla.
Non può essere così, naturalmente.   Forse sono io che non capisco, che non ci arrivo, che sono sciocco, o ingenuo.
Forse.   Ma fino a che non lo capisco, fino a quando qualcuno non me lo spiega e non mi convince, continuo a sostenere le mie idee.
Un abbraccio
Luciano
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